Amore e chiacchiere
D alle conoscenze altolocate, il ricco commendator Paseroni è in procinto di inaugurare la sua splendida villa, ma il panorama che si gode dalla medesima sarebbe ancora più bello se non venisse costruito quell'ospizio per vecchi che a suo dire lo deturpa. La ricostruzione del vecchio edificio rovinato dalla guerra si è resa necessaria in quanto i vecchietti che ospita sono in condizioni di disagio estremo. E' stato il cavallo di battaglia dell'avvocato Bonelli che dall'opposizione in comune si è sempre battuto per la sua urgente realizzazione, trovando però sempre la ferma resistenza del sindaco. Ora che questi è malato e attribuisce le sue disgrazie alle maledizioni dei vecchietti, ha incaricato il Bonelli di assumerne le sue funzioni fin tanto che sarà ricoverato in ospedale e di dare il via alla ristrutturazione. Il Bonelli, ottimo oratore, si ritrova in breve sindaco quando il predecessore muore e nonostante si ritenga una persona integerrima e non disposta a compromessi, viene irretito dal commendator Paseroni che sfruttando le sue ambizioni oratorie, lo invita a pronunciare il discorso ufficiale di inaugurazione della sua villa alla presenza delle massime autorità politiche e in diretta radio televisiva, a patto che non prosegua con i lavori dell'ospizio. Convinto anche da sua moglie a perseguire i suoi obiettivi di crescita politica sfruttando quell'insperato trampolino che l'evento mondano gli offre, il Bonelli viene meno ai suoi principi accettando le condizioni del commendatore. Ma cosa ancor più grave è cambiare opinione sulla relazione amorosa che suo figlio Paolo intrattiene con Maria figlia dello spazzino comunale. Se prima non era di alcun impedimento perché il lavoro, qualunque esso sia, va rispettato e nobilita sempre l'uomo, ora che si prospetta una carriera per suo figlio è un deciso passo indietro in quello che deve ormai essere solo un continuo avanzamento in tutti i sensi. E poi sono ragazzi e lui deve terminare il liceo, farsi l'università e poi il militare per cui son cose che col tempo andranno a scemare. Amori adolescenziali che tutti hanno provato per poi superare man mano che la vita presenta nuovi traguardi e situazioni. Non così per i due che di fronte al rifiuto delle proprie famiglie, decidono di partire in treno per Roma e poi farla finita uccidendosi per non sottostare ai voleri dei genitori. La cosa crea subbuglio proprio mentre il Bonelli è di fronte alla TV a pronunciare il fatidico discorso e immediatamente partono le affannose ricerche, con la paura che i due possano compiere il gesto estremo, il Bonelli di fronte alle telecamere lancia un disperato appello affinché desistano e possano coronare il loro sogno d'amore senza intralci. Buon per i due che un carabiniere li sorprenda a Roma e riaccompagni a casa in treno dove in stazione troveranno l'intero paese pronto ad abbracciarli e stringersi loro attorno.
Una bella commedia diretta con mano divertita dal maestro Alessandro Blasetti che dirige due mostri sacri come Gino Cervi e Vittorio De Sica con la nutrita compagnia di bravissimi comprimari e l'esuberante freschezza di Carla Gravina, al suo secondo impegno cinematografico, che lascia il segno per la naturalezza e facilità recitativa che ne caratterizzerà la carriera.
Amore e chiacchiere
Italia 1957
Regia: Alessandro Blasetti
Musiche Mario Nascimbene
con
Vittorio De Sica: l'avvocato Bonelli
Gino Cervi: il commendator Paseroni
Carla Gravina: Maria Furlani
Geronimo Meynier: Paolo Bonelli
Elisa Cegani: la signora Clara Bonelli
Alessandra Panaro: Doddy Paseroni
Isa Pola: la signora Sonia Paseroni
Nicolás Perchicot: il vecchio Ernesto Borghi
Furio Meniconi: un carabiniere
Félix Fernández: Salviati
Miguel Gómez: il dottore
Mario Meniconi: Furlani, lo spazzino
Pilar Gómez Ferrer: la signora Furlani
Renato Malavasi: Ripandelli
Mario Passante: primo consigliere comunale
Paolo Ferrara: secondo consigliere comunale
Oscar Andriani: terzo consigliere comunale
Antonio Acqua: quarto consigliere comunale
Lina Furia: Crimilde
Amalia Pellegrini: la vecchia che richiede la pensione
Arturo Bragaglia: primo vecchietto all'ospizio
Armando Annuale: secondo vecchietto all'ospizio
Luigi Moneta: terzo vecchietto all'ospizio
Riccardo Garrone: il telecronista
Mimmo Poli: il maggiordomo di Paseroni
Giulio Paradisi: un militare tifoso
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