La valle dei re
P
ochi tra i tesori conservati sulla Terra, hanno stimolato l'immaginazione e l'avidità degli uomini come le tombe dei sovrani dell'antico Egitto: i Faraoni. Questa è la storia della ricerca della più favolosa tra tutte le tombe. Inizia nei pressi del Cairo nel 1900 ..
Mark Brandon, archeologo americano impegnato in scavi nei pressi di Saqqara, riceve la visita della bella Ann Barclay, figlia di un illustre archeologo che fu suo insegnante ai tempi dell'università e da poco scomparso. Lui cercava di dimostrare la veridicità del racconto biblico di Giuseppe consigliere del Faraone Rahotep. Mark sebbene scettico, in quanto molte tombe sono già state profanate nei secoli da ladri e non avendo nessun indizio circa il Faraone Rahotep, decide tuttavia di aiutare la donna, forse colpito anche dalla sua bellezza oltre che essere la figlia di colui che l'ha fatto innamorare dell'archeologia. La scoperta che la donna è lì col marito Philip da poco sposato, dapprima lo sconcerta, ma essendo uomo che se decide una cosa arriva fino in fondo non si tira indietro e la missione ha inizio. Una statuetta d'oro acquistata a Londra da Ann, porta evidenti scritte della sua appartenenza al corredo funerario del faraone. Questo è indice certo di profanazione avvenuta ma anche della sua esistenza e probabile collegamento con Giuseppe. Padre Anthimos del monastero di Santa Caterina nel Sinai ha raccontato ad Ann degli indizi che cercava suo padre al monastero, vecchie tavole di pietra con incisioni ritenute molto interessanti circa il periodo storico. Pertanto si recano con lui nel Sinai per scoprire effettivamente da alcuni frammenti che la tomba non può che trovarsi nella Valle dei Re. Ma una tempesta di sabbia sorprende la carovana disperdendola nel deserto, dove Mark e Ann riescono a trovare riparo presso alcune rovine. Ma una volta passata si rimettono in marcia senza guida e con poca acqua fin quando stremati vengono soccorsi da alcuni Tuareg che apprese le loro intenzioni, dopo alcuni diverbi sfociati in un duello alla loro maniera, li aiutano a riprendere il cammino, fornendo loro una guida, Akmed Salah, che un tempo accompagnò un archeologo, più ladro che studioso, in un sito che potrebbe essere quello cercato. Quell'uomo aveva avuto una brutta esperienza in quell'occasione e aveva tacciato Mark di essere come quell'altro bramoso solo di ricchezza. Il duello si era reso necessario secondo gli usi Tuareg e Mark lo aveva battuto risparmiandogli però la vita. Per questo Akmed lo aveva ripagato conducendolo al sito. Qui, oltre a scoprire una cassetta funeraria in legno con le iscrizioni del faraone, i nostri scoprono anche il coinvolgimento di Philip nel tentare di arrivare per primo alla tomba. L'uomo ha ucciso la sua guida e quando Mark lo trova all'interno di una tomba, tra i due si accende una zuffa all'ultimo sangue che vede Philip precipitare nel vuoto e perire. Sconvolta Ann è sul punto di abbandonare tutto ma Mark che è risoluto nelle sue scelte, non ne vuol sentire e capisce che bisogna assolutamente scavare nella Valle dei Re, richiamando sul posto la sua squadra impegnata altrove. Tra i due, già prima della morte di Philip, era scoppiato forte un sentimento di amore e adesso sono sulla soglia di quella che è certamente la tomba cercata e riportata alla luce sepolta da metri di sabbia. Purtroppo è stata profanata da ladri di 3000 anni prima ma è proprio quella del Faraone Rahotep, colui che secondo la Bibbia dovrebbe aver abbracciato la religione di Giuseppe in un solo Dio. Ma l'interno è pieno di affreschi con tutte le divinità e lascia propendere per il contrario, ovvero la religione politeista tipica degli antichi Egizi. Ma quando sembra impossibile dimostrare il contrario, Mark si imbatte in una seconda porta non vista dai ladri dell'epoca in quanto rimasti sepolti dalla prima porta posta come trappola per eventuali profanatori. All'interno della stanza ancora intatta ecco apparire una statuetta di granito raffigurante con ogni probabilità Giuseppe e un'iscrizione che toglie ogni dubbio: COLUI CHE VENNE SCHIAVO DALL'EST, SEDETTE ALLA DESTRA DEL FARAONE E SALVO' L'EGITTO DURANTE I SETTE ANNI IN CUI IL GRANO NON CREBBE. I sette anni biblici della carestia in Egitto! lo avevano trovato ed ora abbracciati e soddisfatti a bordo di una feluca lungo il Nilo si allontanano tra i titoli di coda verso una nuova vita.
Un bel film di avventura con gli splendidi scenari dell'Egitto dei primi anni '50 a farla da padrone. Laddove Abu Simbel deve essere ancora spostato, così come i Templi di File sono parzialmente sommersi prima della loro collocazione su una nuova isola, opera questa che ha visto noi italiani in quegli anni realizzare brillantemente. Naturalmente Giza con la Sfinge e le sue Piramidi, Saqqara, Luxor e altri siti danno il loro contributo alla piena riuscita di questo lavoro che uscì in contemporanea mondiale doverosamente ad Alessandria, Il Cairo e naturalmente a New York.
Mark Brandon, archeologo americano impegnato in scavi nei pressi di Saqqara, riceve la visita della bella Ann Barclay, figlia di un illustre archeologo che fu suo insegnante ai tempi dell'università e da poco scomparso. Lui cercava di dimostrare la veridicità del racconto biblico di Giuseppe consigliere del Faraone Rahotep. Mark sebbene scettico, in quanto molte tombe sono già state profanate nei secoli da ladri e non avendo nessun indizio circa il Faraone Rahotep, decide tuttavia di aiutare la donna, forse colpito anche dalla sua bellezza oltre che essere la figlia di colui che l'ha fatto innamorare dell'archeologia. La scoperta che la donna è lì col marito Philip da poco sposato, dapprima lo sconcerta, ma essendo uomo che se decide una cosa arriva fino in fondo non si tira indietro e la missione ha inizio. Una statuetta d'oro acquistata a Londra da Ann, porta evidenti scritte della sua appartenenza al corredo funerario del faraone. Questo è indice certo di profanazione avvenuta ma anche della sua esistenza e probabile collegamento con Giuseppe. Padre Anthimos del monastero di Santa Caterina nel Sinai ha raccontato ad Ann degli indizi che cercava suo padre al monastero, vecchie tavole di pietra con incisioni ritenute molto interessanti circa il periodo storico. Pertanto si recano con lui nel Sinai per scoprire effettivamente da alcuni frammenti che la tomba non può che trovarsi nella Valle dei Re. Ma una tempesta di sabbia sorprende la carovana disperdendola nel deserto, dove Mark e Ann riescono a trovare riparo presso alcune rovine. Ma una volta passata si rimettono in marcia senza guida e con poca acqua fin quando stremati vengono soccorsi da alcuni Tuareg che apprese le loro intenzioni, dopo alcuni diverbi sfociati in un duello alla loro maniera, li aiutano a riprendere il cammino, fornendo loro una guida, Akmed Salah, che un tempo accompagnò un archeologo, più ladro che studioso, in un sito che potrebbe essere quello cercato. Quell'uomo aveva avuto una brutta esperienza in quell'occasione e aveva tacciato Mark di essere come quell'altro bramoso solo di ricchezza. Il duello si era reso necessario secondo gli usi Tuareg e Mark lo aveva battuto risparmiandogli però la vita. Per questo Akmed lo aveva ripagato conducendolo al sito. Qui, oltre a scoprire una cassetta funeraria in legno con le iscrizioni del faraone, i nostri scoprono anche il coinvolgimento di Philip nel tentare di arrivare per primo alla tomba. L'uomo ha ucciso la sua guida e quando Mark lo trova all'interno di una tomba, tra i due si accende una zuffa all'ultimo sangue che vede Philip precipitare nel vuoto e perire. Sconvolta Ann è sul punto di abbandonare tutto ma Mark che è risoluto nelle sue scelte, non ne vuol sentire e capisce che bisogna assolutamente scavare nella Valle dei Re, richiamando sul posto la sua squadra impegnata altrove. Tra i due, già prima della morte di Philip, era scoppiato forte un sentimento di amore e adesso sono sulla soglia di quella che è certamente la tomba cercata e riportata alla luce sepolta da metri di sabbia. Purtroppo è stata profanata da ladri di 3000 anni prima ma è proprio quella del Faraone Rahotep, colui che secondo la Bibbia dovrebbe aver abbracciato la religione di Giuseppe in un solo Dio. Ma l'interno è pieno di affreschi con tutte le divinità e lascia propendere per il contrario, ovvero la religione politeista tipica degli antichi Egizi. Ma quando sembra impossibile dimostrare il contrario, Mark si imbatte in una seconda porta non vista dai ladri dell'epoca in quanto rimasti sepolti dalla prima porta posta come trappola per eventuali profanatori. All'interno della stanza ancora intatta ecco apparire una statuetta di granito raffigurante con ogni probabilità Giuseppe e un'iscrizione che toglie ogni dubbio: COLUI CHE VENNE SCHIAVO DALL'EST, SEDETTE ALLA DESTRA DEL FARAONE E SALVO' L'EGITTO DURANTE I SETTE ANNI IN CUI IL GRANO NON CREBBE. I sette anni biblici della carestia in Egitto! lo avevano trovato ed ora abbracciati e soddisfatti a bordo di una feluca lungo il Nilo si allontanano tra i titoli di coda verso una nuova vita.
Un bel film di avventura con gli splendidi scenari dell'Egitto dei primi anni '50 a farla da padrone. Laddove Abu Simbel deve essere ancora spostato, così come i Templi di File sono parzialmente sommersi prima della loro collocazione su una nuova isola, opera questa che ha visto noi italiani in quegli anni realizzare brillantemente. Naturalmente Giza con la Sfinge e le sue Piramidi, Saqqara, Luxor e altri siti danno il loro contributo alla piena riuscita di questo lavoro che uscì in contemporanea mondiale doverosamente ad Alessandria, Il Cairo e naturalmente a New York.
Valley of the Kings
Stati Uniti 1954
Regia: Robert Pirosh
Musiche Miklos Rozsa
con
Robert Taylor: Mark Brandon
Eleanor Parker: Ann Barclay Mercedes
Carlos Thompson: Philip Mercedes
Leon Askin: Valentine Arko l'antiquario
Kurt Kasznar: Hamed Backhour
Aldo Silvani: padre Anthimos
Victor Jory: capo Tuareg
Samia Gamal: danzatrice
Rushdy Abaza: cantante
non accreditato
Frank DeKova: Akmed Salah
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